Tempo fa ho lanciato un sondaggio tra i lettori di questo blog in cui chiedevo cosa sarebbe stato di grande aiuto, nel lavoro, nella vita, nello studio e nello sport per ottenere più successo, denaro e libertà.
E, come spesso capita, sono rimasto sorpreso.
Perché non solo volevano:
più tecniche e strumenti per gestire il tempo al meglio
più informazioni di blogging e marketing per dare una spinta alla professione
Inutile negarlo: prima o poi un “momento no” (detto anche “periodo di merda”) capita a tutti. Che poi se ne voglia parlare poco per paura di sembrare deboli e vulnerabili è un altro discorso…
Soprattutto ai tempi di Facebook tutti sembrano dei Superman incorruttibili, inarrestabili, senza macchia e senza peccato.
Balle. Balle. Fortissimamente balle.
I social sono diventati per molti come la Second Life (te la ricordi?) di alcuni anni fa: Doctor Jeckill quando fa comodo, Mr Hyde quando fa comodo.
Ma sto degenerando, quindi torniamo in carreggiata e concentriamoci su come è possibile superare questi periodacci in cui ci sentiamo:
Tenere giù l’acceleratore quando la macchina slitta sul ghiaccio è quasi facile rispetto a mantenere la motivazione alta in mezzo alle continue sfide e difficoltà della vita.
La tendenza diffusa è quella di resistere qualche giorno, al più qualche settimana.
Solo pochi sono quelli che si mettono a testa bassa e passano mesi o anni a sgobbare, lottare, soffrire senza vedere quasi l’ombra di un risultato.
Ma come fanno?
Perché lo fanno?
Possiamo copiarli oppure sono proprio persone fuori dal comune?
Queste le domande che mi faccio spesso e che ho voluto condividere in questa lunga intervista con Mattia Vettorello, un giovanissimo esploratore di soli 24 anni, che nel 2015 ha attraversato oltre 800km di “deserto” Islandese in solitario. Leggi tutto “Come mantenere la Motivazione senza mollare alle prima difficoltà”
Nel mondo dello sviluppo personale, della leadership e dello sport si sente parlare sempre più spesso di questo termine: resilienza.
Ma cosa davvero rappresenta questa fantomatica resilienza?
Ha qualcosa a che fare con la resistenza oppure sono due concetti distinti e lontani?
Possiamo creare e sviluppare la nostra resilienza oppure è qualcosa di scritto nel DNA e se uno non nasce con quest gene è spacciato e destinato al fallimento o, peggio, a una vita eternamente mediocre?
C’entra qualcosa con la capacità di rialzarsi e reagire alle grandi difficoltà e sfide, oppure per la psicologia rappresenta qualcosa di diverso?
E, soprattutto, per essere un vincente e raggiungere i massimi traguardi, è vero che la resilienza è l’ingrediente segreto che accomuna tutti i numeri 1?
Tutte le risposte alle domande qui sopra le trovi nell’intervista che ho realizzato con Albina Gabellini, scienziata, manager, imprenditrice e coach di grandissima esperienza.
Ora tocca a te
Scrivimi nei commenti quale aspetto sulla resilienza e la motivazione ti ha colpito di più e come pensi di introdurre questo suggerimento nella vita di tutti i giorni.
Perché l’ospite che ho intervistato, Riccardo Russo, ha solo 16 anni, quindi per gli standard attuali e per come giudico il 99% dei suoi coetanei dovrebbe essere:
uno smidollato brufoloso
che guarda solo X Factor e il Grande Fratello
con quelle cuffie enormi da deficiente sulle orecchie
che fatica a parlare l’italiano (con l’aggravante di essere siciliano)
e che avendo problemi persino con la matematica
mai e poi mai potrebbe gestire un business a 16 anni
Invece, quando ho intervistato il suo mentore Jacopo Guedado Mele – ben 21 anni all’attivo – che me ne ha tessuto le lodi, ho messo da parte il mio orgoglio da 41 enne, ho fissato una chiamata su skype e mi sono dovuto ricredere al 100%.